Lo scorso 11 aprile (leggete qui) avevamo lanciato l’allarme su alcune scelte che potevano penalizzare l’estate ibizenca.
Adesso con l’attuazione del provvedimento che di fatto rende impraticabile la musica nei chiringuitos, l’estate dell’isla potrebbe ricevere l’ennesimo colpo basso.
Nulla succede per caso.
Facciamo un passo indietro: quello che sta succedendo ad Ibiza 2018 è solo un effetto a medio termine di alcune scelte “anomale” che partono da lontano.
Probabilmente i “grandi strateghi del marketing” che hanno deciso che Ibiza doveva diventare “l’isola dei ricchi” non conoscevano dei piccoli concetti basici:
a) per realizzare un’isola in grado di attrarre principalmente turisti ricchi bisogna attrezzarsi adeguatamente, con strutture idonee e soprattutto con personale (altamente qualificato e ben pagato) in grado di affrontare questa sfida. Cosa che, in buona parte dei casi, non è avvenuta;
b) il “ricco”, quello che spende tantissimi soldi per un tavolo in un club, vuole ai suoi piedi una platea “piena” che al momento è scomparsa.
Le colpe sono molteplici, si potrebbe partire dai costi – spesso ingiustificatamente alti – del sistema Ibiza che stanno allontanando giovani e tanti turisti “medi”.
Diciamolo senza nasconderci: una settimana a Ibiza costa quanto una lunga vacanza in mete alternative (Grecia, Croazia, Salento, Malta, Cipro, giusto per fare dei nomi e le scelte più economiche non mancano neanche in Spagna).
Perché un turista dovrebbe scegliere un’isola ingiustificatamente tanto cara?
La bellezza di Ibiza, poi, era rappresentata dalla pacifica coesistenza tra diversità sociali, culturali ed economiche.
Tutto questo sta finendo.
L’estate 2018 ha offerto la percezione di un’isola diventata economicamente impraticabile e dove le uniche novità sono solo i divieti istituzionali.
Queste cose non ci piacciono e ci auguriamo che si possa invertire rapidamente rotta (ma abbiamo molti dubbi).
Lo abbiamo detto ad aprile e lo ripetiamo volentieri: ogni qualvolta vengono sbandierate dai media notizie di nuove restrizioni ad Ibiza, beh i competitor brindano.
Ma forse sull’isola c’è qualcuno che non lo capisce, o non è in grado di comprenderlo.
Non sappiamo come finirà l’estate 2018 ad Ibiza, probabilmente i media locali parleranno di un agosto trionfale (anche se -sia ben chiaro – una estate non si giudica dal solomese di agosto…) ma di una cosa oramai siamo certi: sull’isla sono in molti a non aver apprezzato la fortuna di essere diventati una meta turistica mondiale ed a ritenere di poter vivere di inesistenti rendite di posizione.
E questo è un errore che potrebbe costare molto, ma molto caro già nel breve termine.
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